di Enzo Coccia
Le inaugurazioni di locali nelle ultime settimane hanno consacrato definitivamente una tendenza che serpeggiava nell’aria già da tempo: lo street food in salsa napoletana, in cui regna altissima la qualità del cibo nonostante le modalità della consumazione. Tre locali del Vomero, in particolare, meritano attenzione per capire come i giovani – per l’incertezza che domina su tutto, futuro lavorativo in primis – cerchino tradizione e qualità soprattutto in ciò che mangiano, intorno al quale costruiscono un’identità collettiva, un nuovo modo di stare insieme anche grazie alla ripresa dell’uso del dialetto, orgogliosamente sfoggiato.
Parla “napoletano”, infatti, il primo locale di Egidio Cerrone, meglio noto come “Puok e Med”. UnPuok Burger in via Cilea 104 con un menù di solo sei panini: hamburger di chianina certificata con iscrizione diretta del locale al Consorzio dell’IGP, una polpetta napoletana, una crispy chicken di pollo giallo, il pulled pork e due tipi di pane artigianale, un finto bun e una rosetta. Nel panino dedicato a Mammà, per esempio, la polpetta napoletana fritta si sposa benissimo con la provola affumicata, la parmigiana di melanzane old style, la fonduta di provola e il basilico. Cerrone è ormai un’icona dello street food partenopeo grazie al suo blog Le avventure culinarie di Puok e Med.
Nome in vernacolo anche per la prima creperia a portafoglio napoletana: “Uànema”, inaugurata lo scorso 3 giugno nella centralissima via Scarlatti 65A del Vomero. Uànema nasce dalla collaborazione di Massimiliano Manzo, che vanta una lunga esperienza nel settore ristorazione, con Dario Meo, il papà della Galamella, la crema alle nocciole napoletana senza olio di palma. “Uànema” è la tipica espressione napoletana per indicare un senso di stupore per qualsiasi tipo di evento. E “Uànema” è il commento adatto quando si assaggiano le crêpes napoletanissime di Massimiliano Manzo che sono piegate e servite a portafoglio, proprio come la pizza e farcite con buona parte di prodotti provenienti dal territorio campano. Ogni crêpe si chiama Uà, proposte in ventiquattro versioni: venti salate e quattro dolci e gli ingredienti, tutti di grande eccellenza, cambieranno in base alla stagionalità.
Il terzo locale di cui vi voglio parlare è la macelleria Tortora in viale Michelangelo 42, sempre al Vomero, che dal 1947 è un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere per la vasta proposta di carni selezionate. L’idea è di Mario Tortora che, forte della tradizione di famiglia, non si accontenta più di vendere solo la carne e così, dopo le ore 20:00 trasforma la sua macelleria in una paninoteca da asporto, utilizzando per i suoi panini la stessa carne venduta in negozio, soprattutto la chianina cucinata alla griglia. Si crea subito feeling tra lui e la movida vomerese e, grazie al passaparola, si diffonde velocemente la voce: nel quartiere c’è “uno” che cucina panini buonissimi!
Ovviamente ci sono altri locali con offerte di pizza fritta, pizza al forno, cuppetielli e taralli. L’inizio della crisi in Italia, dal 2008 ha permesso un aumento del cibo di strada pari al 17%, tali da definire questi esercizi commerciali “ristoranti da strada” o “di strada”. Con loro cambia anche l’effetto urbanistico delle nostre città: un ritorno al futuro o un ritorno al passato?