di Enzo Coccia
L’edizione 2017 della Guida alle Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso, presentata ieri mattina a Palazzo Caracciolo a Napoli, mi ha conferito, anche quest’anno, i “Tre Spicchi” per la Pizzaria La Notizia (sede storica in via Caravaggio 53) e la Pizzaria La Notizia dedicata alle pizze innovative (in via Caravaggio 94), un riconoscimento assegnatomi in modo continuativo dal 2013, anno in cui ho vinto anche quello per il miglior impasto. E quest’anno, si sono aggiunte le “Due Rotelle” per ‘O Sfizio d’a Notizia. Una gran bella soddisfazione!
Per il trentennale, il Gambero Rosso mi ha proposto di organizzare una cena con uno dei maggiori pizzaioli italiani: Renato Bosco della pizzeria Saporè di San Martino Buon Albergo (Verona). Io, naturalmente, ho accettato con piacere e così ieri sera presso il mio locale ‘O Sfizio d’’a NoTiZia io e Renato abbiamo reso omaggio alla storica casa editrice, ideata dal giornalista Stefano Bonilli – con cui ho avuto il piacere di lavorare – che ha rivoluzionato il modo di approcciare il cibo a tutti i livelli sociali, dall’operaio al borghese, dal pubblico di massa a quello gourmet.
Per gli addetti ai lavori il Gambero ha creato scuole di formazione e tanti giovani talenti, promozionando chef e pizzaioli che oggi sono al top della ristorazione italiana nel mondo, da Cracco a Bottura, da Cannavacciuolo a Vissani, compreso il sottoscritto. Una vera fucina di artigiani del cibo, oggi nello star system della cucina internazionale.
Insomma, chi non conosce il Gambero Rosso? Tra i primi a capire l’importanza della pizza nella cucina mondiale, dedicando già nel 2007 un programma tv “Tutti pazzi per la pizza” condotto dalla “Iena” Giulio Golia con pizzaioli importanti, anche se ancora giovani, come Simone Padoan (pizzeria I Tigli in Veneto) e Gabriele Bonci (Pizzarium a Roma) e me, naturalmente.
E così, ieri sera, mentre sulle vetrate del mio locale, campeggiava il poster del Gambero Rosso, gennaio 1992, il primo numero della testata mensile (nata come supplemento settimanale del Il Manifesto), dentro io e Renato eravamo intenti a offrire il meglio alla clientela, un menù che ha unito la pizza tradizionale napoletana con la pizza all’italiana. Io ho preparato una pizza fritta San Michele (con zucchine San Michele, lardo di colonnata e provola di bufala), una Cetara (montanara con pomodorini del Piennolo e alici di Cetara) e una Bronte (montanara con pesto di pistacchio di Bronte, straccetti di bufala e mortadella alla julienne). Renato Bosco, invece, ha voluto fare una pizza classica rotonda “Omaggio al Sud” e un Crunch di pizza con burrata pugliese, speck de ‘na olta, figo Moro da Caneva e pistacchio siciliano.
In questi anni un po’ di strada, tutti insieme, ne abbiamo fatta anzi di pizze ne abbiamo preparate! Grazie Gambero!