diEnzo Coccia
Se dovessi indicare un uomo che ha cambiato il modo di pensare di gran parte dell’umanità riguardo al cibo negli ultimi 30 anni, non avrei alcun dubbio. Quell’uomo è Carlin Petrini, padre di Slow Food
Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Carlin circa 25 anni fa e da allora per me è stato un maestro, un mentore che mi ha preso per mano e mi ha fatto comprendere i valori del cibo!
Si, i valori del cibo, non il valore. Utilizzo volutamente il plurale perché il cibo racchiude in sé diversi significati, veri sinceri ed antichi, che sono i fondamenti stessi dell’umanità. Il cibo va analizzato con un approccio tradizionale e antropologico ma allo stesso modo anche da un punto di vista sociologico ed identitario dei popoli. Senza poi dimenticare il concetto di sostenibilità ad esso collegato, la salvaguardia della biodiversità come elemento per tutelare l’ambiente, il futuro della terra dove noi viviamo.
Non solo. Il cibo è anche rispetto per la sapienza dei contadini che è la vera conoscenza dell’uomo e di noi stessi. A questi poi si aggiunge iI mangiare insieme, la condivisione del cibo, la convivialità ad esso legata che sono senza dubbio altri valori che ho imparato dalla lezione di Carlin Petrini.
Onestamente credo che l’unico vero rivoluzionario negli ultimi 30 anni sia stato proprio lui perché Slow Food rappresenta la rivoluzione, non del cibo in se stesso, ma della libertà e della felicità degli individui contro un mondo globalizzato e vuoto.
Nel rinascimento le parole della rivoluzione erano etica ed estetica riprese poi nel 900 da tanti filosofi. Oggi il motto è “buono, pulito e giusto”, destinato ad avere un significato duraturo per il futuro dell’umanità. Auguri amico mio, buon compleanno!