Io, Paolo e Gianluca, cercatori di pepite d’oro (prima parte)

di Enzo Coccia

All’inizio del mese di febbraio mi chiamò Paolo Ruggiero, mio amico e fornitore di pomodoro San Marzano da circa dieci anni. Insieme alla sua famiglia e a tutti gli agricoltori della cooperativa Danicoop abbiamo cercato di proteggere, divulgare e promuovere il vero San Marzano, dono della Campania e dell’agro nocerino sarnese.

Eccitato come un bambino, mi raccontò di aver ricevuto una telefonata da due ragazzi del Cilento intenzionati ad incontralo per parlargli di alcuni semi di un pomodoro del loro paese. Ricordo che Paolo mi chiese se il lunedì successivo, il 12 febbraio, potevamo fissare l’incontro anche con l’agronomo Gianluca Iovine. Subito accettai; l’idea di questo nuovo pomodoro mi incuriosì tanto.

Il paese si chiama Rofrano. Lo ammetto, non lo avevo mai sentito! Allora ho cercato su Wikipedia e ho scoperto che si tratta di un paesino della provincia di Salerno, con 1500 abitanti, a 500m sul livello del mare nel cuore di Vallo di Diano e Alburni.

Il Parco Nazionale del Cilento è patrimonio dell’umanità, una riserva della biosfera. Qui è nata la dieta mediterranea: un vero e proprio paradiso incontaminato. Ahimè, mi sono reso conto di avere una conoscenza limitata di quel territorio: come tanti conosco solo i luoghi più famosi del Cilento (Paestum, Santa Maria di Castellabate, Marina di Pisciotta, la certosa di Padula, Pioppi).

Ricordo benissimo quel lunedì, un giorno in cui il buon Dio ci fece rivivere il diluvio universale. Una giornata di tempesta e vento terrificante; eravamo in macchina per ore e ore con una pioggia ininterrotta ed una visibilità quasi nulla. Il nostro viaggio verso Rofrano fu accompagnato dall’ansia e dalla paura di doverci fermare per un guasto all’auto o per un fossato creato da un canale di scolo attraverso i campi circostanti.

Finalmente arrivammo e dopo varie telefonate i ragazzi ci raggiunsero al centro del paese. Ci fermammo in un piccolo bar per rifocillarci tra un caffè ed un tè caldo. Giovanni Cavallo e Giovanni Speranza, due giovani agricoltori, ci spiegarono che l’anno precedente avevano piantato dei semi di pomodoro di Rofrano, prodotto scomparso da quel paese, e che il raccolto era stato scarso. Ci fecero vedere ed assaggiare qualche pomodoro dell’anno precedente. Rimanemmo che ci saremmo risentiti, aspettando l’estate ed il prossimo raccolto…