di Lina Malafronte
Ricordate la puntata di Report sulla pizza napoletana? Come dimenticarla e come dimenticare il polverone quasi interminabile che ha sollevato sulla pizza agli idrocarburi. Molte le voci che si sono levate in ogni dove per controbattere l’inchiesta e, soprattutto, tantissime le dita degli internauti che hanno battuto incessantemente sulle tastiere per rispondere agli attacchi mossi alla napoletana verace.
A quaranta giorni dalla messa in onda del servizio, occhi e orecchie nuovamente puntate sulla pizza, scelta, lo scorso 9 novembre, come tema dell’incontro che ha radunato studenti, docenti, dottorandi, esperti e semplici appassionati nell’Orto Botanico della Reggia di Portici.
L’ampio spazio verde si trasforma, ogni seconda domenica del mese, nello scenario privilegiato di Studenti in Mostra, la mostra mercato di prodotti agroalimentari e di oggetti di artigianato organizzata dagli studenti del Dipartimento di Agraria. In occasione di ciascuna reunion, i giardini, che circondano una delle più belle dimore dei Borbone, un’autentica gemma racchiusa tra il mare e il Vesuvio, diventano un mirabile susseguirsi di stand dove acquistare i prodotti del territorio e manufatti di elevata qualità.
In bella mostra, questo è davvero il caso di dirlo, le prelibatezze di piccoli produttori: dal miele ai pomodorini del piennolo, dal vino all’olio extravergine d’oliva, e ancora mozzarella di bufala, formaggi e conserve perfezionano quel defilé di sapori. All’esposizione si affiancano inseparabili, completandosi a vicenda come il recto e il verso di un foglio, attività didattiche, esperimenti e dibattiti sui più vari argomenti.
Per il rendez-vous novembrino un forum a cielo aperto nell’intento di far luce sulle questioni poste dalla trasmissione televisiva.
“Frequenti sono gli attacchi allarmistici”, come ha fatto notare il Prof. Paolo Masi, Direttore del Dipartimento di Agraria, nell’introdurre il convegno en plein air. L’esempio più lampante? La questione della Terra dei fuochi: tante chiacchiere e tante polemiche smentite successivamente dai risultati del tutto rassicuranti di esami condotti su alcuni alimenti raccolti in quelle aree.
La parola, poi, ai dottori Francesco Esposito, Nicola Caporaso ed Evelina Fasano sul problema della tossicità degli idrocarburi, le molecole di carbonio e idrogeno che si formano durante la cottura in relazione a una cattiva gestione del forno a legna. Azzardato parlare di minaccia alla salute dei mangiatori di pizze con analisi fatte solo sul cornicione. Estremamente chiari gli esempi portati dal dott. Esposito che ha affermato: “Come di una fragola, di cui si voglia rilevare il grado di contaminazione da residui di pesticidi, a essere testata non è solamente la buccia ma tutto il frutto, uno studio serio deve esaminare l’intero disco di pasta”. E che la cottura possa aumentare i valori di quei composti è ancora da provare, bisognerebbe farne una valutazione in un tempo zero, quello che precede l’ingresso della pizza nel forno, e una alla sua uscita, confrontando i dati ottenuti.
Non poteva mancare la testimonianza di Enzo Coccia, già protagonista di un video di risposta al programma di Rai Tre, che si è definito entusiasta dell’iniziativa. “L’università è cultura e divulgazione scientifica” ha detto “e, come oggi, dovrebbe essere sempre aperta a tutti per aiutare le persone a comprendere e per una corretta informazione della comunità”. Quell’adunata gli ha dato il la per lamentare l’assenza, negli istituti alberghieri, di specifici corsi di formazione, al termine dei quali conseguire la qualifica di pizzaiolo.
Al vaglio pure la qualità degli oli e dei contenitori in un interessante dibattito con interventi anche dei partecipanti, mentre il giornalista Luciano Pignataro, nel concludere la mattinata, ha osservato come “tutto ciò che è artigianale e non si può replicare velocemente da fastidio”. Napoli trasuda artigianalità da tutti i suoi pori, questo la porta a essere un facile bersaglio di chi è primariamente interessato ai numeri, tanto nella produzione quanto negli ascolti.
Si all’informazione, no agli allarmismi ingiustificati, non è il caso di infliggere ulteriori colpi a un’economia già in difficoltà e a chi vive lavorando onestamente e in modo corretto.