di Lina Malafronte
E’ stato intenso il week end parigino della pizza napoletana, quello che l’ha vista protagonista, lo scorso 28 e 29 novembre, de “Le Grand Tasting, le festival des meilleurs vins”, il prestigioso raduno degli amanti del vino che, puntualmente ogni anno, mette a disposizione e in degustazione la crème de la crème dei nettari francesi e stranieri.
In questa edizione, precisamente la 9a, il rendez-vous organizzato dal duo Michel Bettane-Thierry Desseauve ha contato nelle sale del Carrousel du Louvre circa 370 produttori che hanno permesso agli enofili di allenare le papille e tuffare il naso nei migliori vini e champagne selezionati e segnalati dalla guida che reca la firma dei due Messieurs.
In un quartiere très chic di Parigi, non lontano dalle opere dei grandi maestri dell’arte mondiale, accanto a un bel numero di bottiglie e di vignaioli che le producono, si è installata la pizza che, assieme ad altre eccellenze campane in trasferta nella Ville Lumière sulla rotta de Le Strade della Mozzarella, l’ormai nota manifestazione dedicata alla mozzarella di bufala campana, ha varcato il famoso ingresso a piramide per brillare tra le mani degli artigiani del calibro di Enzo Coccia, Franco Pepe, Gennaro Nasti, e i fratelli Salvo.
Una delle novità del 2014 è stata, per l’appunto, la presenza dell’evento pestano. Per la prima volta, la convention si è spostata all’estero per il calcio d’inizio di un viaggio che vedrà altre due tappe, a Ginevra e a Londra, con l’obiettivo di far conoscere il latticino dop ai mercati internazionali. E con l’oro bianco campano non poteva certamente mancare la pizza inserita negli Ateliers Gourmets, due laboratori, con posti andati a ruba, orchestrati da Enzo Vizzari, direttore delle guide dell’Espresso, sull’abbinamento tra la prelibatezza partenopea e il vino.
Per concludere al meglio il soggiorno nella capitale francese di LSDM, dall’immenso spazio espositivo di rue de Rivoli, la troupe campana è traslocata nella pizzeria “La Famiglia” di Rebellato, dove Luciano Pignataro de Il Mattino ha diretto i lavori. Una chiusura col botto con l’anima della pizza, quella fritta, come l’originalissima di Enzo Coccia che, spingendo al massimo l’acceleratore del cibo da strada, ha indossato per un attimo i panni del carnacuttaro e l’ha farcita con il soffritto, o zuppa forte, un sugo fatto con le frattaglie del maiale.
Mentre in passato è stata sottratta al museo, questa volta, facendole sentire il profumo di quelle bontà, abbiamo rischiato che la Monna Lisa evadesse per ritornare in Italia.