di Lina Malafronte
Per la seconda volta, la prima fu nel 2004, Napoli ha ospitato il Festival Franciacorta e lo ha fatto addobbando a festa le sale del Castel dell’Ovo. Dopo l’inaugurazione a Genova e una tappa a Milano, la manifestazione itinerante del 2014 ha sostato ieri,13 ottobre, nella città partenopea dove, sull’antico isolotto di Megaride, ventisei cantine e oltre cinquanta etichette insieme ai migliori Sommelier AIS della Campania hanno reso felici sia gli esperti del settore sia i wine lovers.
Erano gli anni Sessanta, il 1961 per l’esattezza, quando, mentre l’Italia unita festeggiava il centenario, Jurij Alekseevič Gagarin per primo viaggiava nello spazio, un muro veniva eretto per dividere la città di Berlino in due, nelle cantine di Borgonato di Cortefranca, un paesino di collina della provincia bresciana, tre uomini iniziarono a scrivere una delle brillanti storie che fanno volare alto il nostro tricolore.
Quei tre uomini altri non erano che Guido Berlucchi, Giorgio Lanciani e Franco Ziliani, rispettivamente un gentiluomo di campagna, un assicuratore, suo amico, e un enologo, e insieme diedero vita al celebre spumante prodotto col metodo della rifermentazione in bottiglia, capace di tenere testa al fine champagne francese. Ricalcando i passi di Dom Pérignon, l’abate di Hautvillers, nacque il Pinot di Franciacorta.
Da quel debutto, destinato a lasciare un’impronta indelebile sul territorio il cui nome, per la prima volta, spuntava sull’etichetta di un vino, il Franciacorta, nelle sue diverse tipologie, conta oltre 14 milioni di bottiglie vendute all’anno, di cui circa 1,3 milioni rientrano nella voce export. Una gran bella storia da raccontare siglata prima dal riconoscimento della Doc e poi della Docg.
Aspettando l’evento, domenica sera, i consorziati si sono radunati a La Notizia per “studiare” l’accostamento tra il piatto-simbolo di Napoli e le famose bollicine. Materia d’esame quattro pizze abbinate ad altrettanti Franciacorta. Per la prima prova si è scelta la coppia murzillo sapurito – Franciacorta extra brut, a seguire le alici della pizza Mediterranea sono state perfettamente accostate al Franciacorta Satèn, poi ancora la margherita classica è stata avvicinata al più versatile dei Franciacorta, il brut, mentre, alla fine, la bianca con funghi porcini, provola e salsiccia, entrambe di bufala, ha incontrato il carattere fresco del Rosé. Si dice che gli opposti si attraggono, questa serata ne è stata la prova.