di Enzo Coccia
“Eravamo quattro amici al bar…”. Rubo le parole alla celebre canzone di Gino Paoli per raccontarvi l’emozione e la nostalgia tipica di un tuffo nel passato che mi ha provocato la partecipazione al laboratorio “Pizza Preview” del Napoli Pizza Village sulle tendenze future della pizza napoletana.
Eravamo più di quattro (io, Antonio Pace, Gennaro Giustiniani, Gaetano Fazio, Gaetano Esposito, Sergio Miccù), non eravamo al bar ma seduti davanti a un forno a sognare di portare la pizza napoletana nel mondo. Sono passati 21 anni e quel sogno oggi si è realizzato!
Nel 2016 la pizza napoletana è la migliore ambasciatrice della nostra città, all’epoca forse non era abbastanza nota nemmeno a Caserta! Nel novembre del 1995 organizzammo il primo convegno a Castel dell’Ovo per promuovere i lavori di stesura di un disciplinare sulla vera pizza napoletana, in collaborazione con la Seconda Università degli Studi di Napoli (professor Carlo Mangoni di Santo Stefano). Due anni dopo, il 15 settembre 1997, presentammo alla stampa e agli addetti ai lavori il disciplinare al Maschio Angioino e la sera demmo il via al primo Pizza Fest con quattro forni prefabbricati (il “papà”, senza dubbio, dell’attuale Pizza Village!). Ricordo che a fine manifestazione, quando ormai il pubblico aveva abbandonato gli stand per tornare a casa, noi pizzaioli ci trovavamo a cucinare pasta e patate nel forno e coniglio all’ischitana… che bei tempi! Qualcosa di magico, lo spirito di sognatori, di sentirsi tutti uniti attorno a un’idea, un progetto.
Accettando l’invito del Napoli Pizza Village per il laboratorio “Pizza Preview” mi è sembrato di rituffarmi per un attimo in quell’atmosfera, carica di speranza, in cui il nostro destino era nelle nostre mani, nella nostra testa, nel nostro cuore… Davanti a una platea attenta e selezionatissima, ho presentato le mie idee riassunte in due pizze: la “Notizia”, con pomodori Crovarese, datterini dell’Agro Nocerino-Sarnese che stiamo recuperando grazie alla cooperativa Gustorosso Danicoop, funghi porcini, provola di bufala e olio extravergine di oliva, da sempre nel mio menu, e la ormai famosa Capodimonte, con pomodorini San Marzano “a pacchetelle”, mozzarella di bufala, salsiccia di bufala del consorzio Alba, pepe, pecorino e olio extravergine di oliva dop delle Colline salernitane, inserita da ben quattro anni nel menu de “La Notizia” per sostenere il restauro della boiserie disegnata da Vincenzo Gemito.
Non vi sembrano abbastanza “nuove” come proposte per il futuro? Beh, scommetto che per la pizza, come e ancora più che per la moda, varrà sempre più la semplicità. Le pizze di domani saranno quelle a ridotto apporto calorico, buone e genuine.