di Lina Malafronte
Gli inglesi dicono “God Save The Queen”, fatemi passare “God Save Nutella”. L’unica, l’inimitabile, l’insostituibile “diva” zuccherina ha soffiato sulle sue prime 50 candeline e lo ha fatto proponendo un ventaglio di eventi in tutto il mondo, come mondiale è la sua celebrità.
Era il 1964: mentre i 45 giri suonavano le hits del momento, i giovani innamorati, in sella alla loro Vespa, giravano per le città come la coppia Hepburn-Peck, i salotti, allo scoccare delle 20.50, intonavano il Pagliaccio di Carosello, i lidi della Riviera Romagnola iniziavano ad animarsi, le gambe femminili si scoprivano sempre più e i capelloni nello stile dei Fab Four e dei quattro brutti, sporchi e cattivi facevano imbestialire i genitori, una nuova merenda invadeva la tavola degli italiani, la Nutella.
Chi l’avrebbe mai detto che quel vitreo bicchiere riutilizzabile adornato dalle inconfondibili lettere in rosso e nero e dall’invitante fetta di pane, nato nel segno dei favolosi 60’s e del miracolo economico, della volontà di risollevarsi dalle ceneri del secondo conflitto mondiale e del desiderio di spensieratezza, si sarebbe impossessato delle nostre credenze per non lasciarle mai più?
Se dico pane penso inevitabilmente a lei. E a una fetta di pane spalmata di crema alle nocciole pensarono Michele Ferrero e suo padre ancor prima di lui.
In principio era il solido panetto Giandujot da affettare, poi alle massaie intelligenti si offrì la più morbida SuperCrema da stendere col coltello. La nocciola Tonda Gentile delle Langhe si fondeva con lo zucchero, il cacao e gli oli vegetali nella ricetta del pasticciere Pietro, Monsù Pietro per i suoi compaesani. Ottima per le tasche degli operai, la cremosa invenzione, modesta solo nel prezzo, seduceva d’emblée le papille dei più piccoli.
Con un nuovo nome, inglese per metà (da nut, nocciola), da Alba, la Nutella cominciò la sua marcia in lungo e in largo per diventare una garanzia del made in Italy che rapisce il palato. Conquistati il vecchio e il nuovo continente, dopo essere finita sul grande e sul piccolo schermo, essere stata la musa di alcuni cantautori, oggetto di saggi e articoli, entrata nell’universo social, questa presenza costante nelle preparazioni dolciarie ha raggiunto il traguardo del mezzo secolo. Un francobollo, che su fondo dorato vede spiccare il famoso barattolo di casa Ferrero, giornate dedicate e vasetti personalizzabili ad accompagnare il taglio del suo primo nastro color oro.
Mentre Napoli si preparava ad accogliere i festeggiamenti che hanno visto Mika esibirsi in Piazza Plebiscito, La Notizia, certamente, non poteva farsi sfuggire l’occasione di vedere il proprio nome su uno di quei recipienti contente la virtuosa pasta, panacea per tutti i mali. D’altronde i suoi rotolini di pizza con Nutella, oltre a quelli con cioccolato fondente artigianale, sono la coccola che chiude la serata, perché non deve essere per forza come cantava Pino Daniele c’a pummarola ‘ncoppa, nella versione dolce quell’impasto lungamente lievitato è in grado di regalare forti emozioni e vedrai che il mondo poi ti sorriderà.