di Enzo Coccia
Qualche mese fa io e alcuni altri colleghi ci siamo incontrati in un ristorante al Borgo Marinari. Eravamo in nove pizzaioli ma, soprattutto, nove amici. Ci siamo ritrovati a discutere delle nostre vite, del nostro lavoro, dei figli, delle aspettative, del futuro, della tradizione. E più di ogni altra cosa abbiamo ritrovato quella coesione e quella profonda intesa che solo i veri compagni conoscono, insomma il nostro essere un gruppo, o se vogliamo dirla nel gergo dei social, una community non virtuale.
E come sempre avviene, le decisioni si prendono a tavola. Lì, più che altrove, complici il buon cibo, l’ottimo vino e l’atmosfera distesa, nascono i progetti migliori. Così, dimenticandoci del resto e tralasciando la competitività professionale, davanti a un gustoso piatto di spaghetti alle vongole e una freschissima frittura di paranza, tutti insieme abbiamo deciso di fare qualcosa per Natale, nel segno della beneficenza e della solidarietà.
Senza rendercene conto, in un momento di assoluta convivialità, divisi tra risate e riflessioni più attente, pensando a come offrire un nostro aiuto concreto agli altri, è nata l’idea del calendario. Con grande autoironia, simpatia, e nonostante i mille impegni di ognuno di noi, ci siamo messi in posa sorridenti e fatti fotografare uniti da unico comune denominatore: la Pizza Napoletana.
Il lunario, chiamato non a caso “One Pizza”, quella che ci accomuna al di là delle nostre tante differenze, è stato realizzato per supportare il progetto “Re-Life, children’s tech project” che ha lo scopo di finanziare 15 postazioni di rianimazione pediatrica per l’AORN Santobono Pausilipon di Napoli.
Niente sponsor né pubblicità per dodici mesi completamente autofinanziati in cui, in modo molto originale e spiritoso, ci siamo raccontati lontani dai nostri locali, attraverso gli scatti di Salvio Parisi, fotografo e giornalista.
Fatte le foto e mandate in stampa, bisognava far sapere quanto avevamo organizzato. Abbiamo deciso di far partire un giro di telefonate tra gli amici blogger e giornalisti, senza seguire alcuna strategia di comunicazione precisa, non avendo né i mezzi né le conoscenze tecniche per farlo.
Il risultato? L’iniziativa è stata presentata al Museo di Capodimonte lo scorso giovedì 15 dicembre a una platea onestamente non affollatissima. Quello che è mancato è stato appunto lo spirito di squadra di una parte degli addetti ai lavori. Solidarietà vuol dire anche questo: mettersi a disposizione e tutti insieme farsi portavoce, così da diffondere la notizia e avvicinare un numero sempre maggiore di persone a quest’importante raccolta di fondi. Ma questo non è accaduto. Continueremo, quindi, come abbiamo sempre fatto, col passaparola, il più potente dei mezzi, chiedendo ai clienti delle nostre pizzerie di darci una mano con il loro contributo. Punto!