di Lina Malafronte
23 novembre: oggi come allora, in occasione della festa di San Clemente, il giardino storico del Bosco di Capodimonte apre al pubblico e lo fa per rilanciare antiche produzioni risalenti al periodo borbonico.
Ben più di un centinaio di ettari voluti da Carlo III di Borbone, poco dopo aver assunto la reggenza, come propria riserva per la caccia “di pelo e di penna”, il sito verde più esteso dell’intera città è al centro di un piano di valorizzazione che prevede la ripresa di quelle attività produttive storicamente radicate. Dal recupero degli orti, che facevano di questo luogo una vera e propria azienda agricola, agli alberi da frutta e ai fiori, che arricchivano i banchetti e adornavano le stanze della famiglia reale, fino alla manifattura della porcellana, altra grande passione del sovrano: questi gli elementi su cui punta il programma di rinascita.
Il progetto, ribattezzato “il giardino delle delizie” come per ricordare quello un tempo annesso al Casino della Regina, è promosso dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali, la Direzione del Real Bosco di Capodimonte e dalla Soprintendenza BAPSAE di Napoli in collaborazione con Slow Food Campania, la Fabbrica delle Arti e la società Lande.
L’obiettivo è far riscoprire e risplendere le bellezze di quel “bosco verdeggiante dalle fresche ombrie”, per dirla alla maniera di Matilde Serao, facendolo diventare polo attrattivo della cultura partenopea. E ci sarà anche l’occasione per una pizza al bosco di Capodimonte. La giornata si concluderà con Enzo Coccia e la degustazione delle pizze con papacelle napoletane e una variante di pomodoro San Marzano detto Antico pomodoro di Napoli, Presidi Slow Food messi a coltura, due anni prima, nel giardino Torre. “Questa è un’iniziativa veramente importante” sorride entusiasta Enzo mentre fa brillare nuovamente il forno a legna custodito nel Casamento, antica dimora del giardiniere di corte, dove, stando alle cronache dell’epoca, fu cotta per la prima volta la pizza margherita. E se a quel tempo i reali aprivano le porte del giardino solo nel giorno del Santo concedendo al popolo il libero accesso, questo è solo il primo di una fitta serie di interventi.