di Lina Malafronte
Quando le strade tornano a essere trafficate, quando inizia a fare buio prima, quando i palinsesti si animano di nuovi programmi e ricompaiono le serie tv preferite, quando l’aria comincia a essere frizzantina e, soprattutto, quando, alle sei del mattino, la sveglia riesuma il suo fastidioso trillo per ricordarti che il lavoro ti aspetta, ti rendi conto che l’estate sta finendo. Avvolto da una nuvola di sottile malinconia, cominci a guardare e riguardare le foto scattate in spiaggia e a ricordare le risate e i divertimenti di quei giorni trascorsi al mare.
Per tirarci su il morale e provare a farci riavvolgere, un pò più allegramente, la pellicola dei ricordi, il maestro Enzo Coccia ha pensato a nuova ricetta con un ingrediente che della calda stagione segna il tramonto e ci conduce, con la sua verve dolce, verso l’autunno.
A sentirlo, di primo acchito, suona piuttosto stonato. E invece, l’abbinamento pizza con fichi, tutt’altro che inusuale, ce l’ha consegnato il mondo contadino. Un’accoppiata che viene dritta dritta dai tempi in cui quei frutti, che, in abbondanza, la natura offriva spontaneamente, mischiati all’impasto di acqua e farina, composto semplice e di facile reperimento, erano un felice ristoro dalle fatiche nei campi. O, più semplicemente, una consumazione economica.
Non importa se i romani hanno lasciato traccia del suo scarso valore con l’espressione “non è mica pizza e fichi”, modi di dire a parte, il connubio pizza con fichi si rivela un’autentica ricchezza, come ricca e assolutamente positiva è la carica che gli viene data dalla culaccia. Che del prosciutto costituisce la parte migliore, la specialità parmense lo dichiara, senza indugiare un attimo, all’assaggio.
C’è, poi, la stracciatella, a fare da trait d’union, in quest’ultima creazione del pizzaiolo napoletano, tra i frutti originari della Caria e il pregiato salume.
Nata nel segno di quella logica del “non si butta via niente” e dall’acuta intuizione di un ignoto casaro di riprendere gli avanzi della lavorazione delle mozzarelle, la bianca delizia pugliese, mix di panna e straccetti dei freschi latticini tondeggianti, anima cremosa della più nota burrata, accarezza con la sua adorabile leggerezza e le sue note delicate. Un ensemble davvero perfetto quello della pizza che dice “arrivederci” a sole e tintarella al cui flavour avvolgente si abbinano perfettamente un vino bianco dai profumi floreali, elegante e strutturato, una birra blonde o weiss, fresche e aromatiche che, bevute qualche grado in meno, confermano le aspettative, o, anche, le più ruffiane bollicine per un effetto decisamente accattivante.