di Enzo Coccia
Le festività sono sempre una gioia. Pasqua rappresenta senza dubbio un momento da trascorrere in famiglia e ritrovarsi tra parenti.
Al contrario, il giorno di Pasquetta è sempre stato sinonimo di gite fuori porta da passare con gli amici all’aria aperta per allegre scampagnate.
Quando ero piccolo invece, per noi la pasquetta intesa in questo modo non esisteva affatto. Anzi, era un giorno in cui si lavorava tanto, forse anche di più.
La mia famiglia aveva la pizzeria a Pizza Mancini, in una zona adiacente proprio alla stazione centrale di Napoli dove vi era lo stazionamento dei bus locali e regionali. Per questo motivo, il giorno di pasquetta era particolarmente frequentata e vi era una massima affluenza. Per noi la pasquetta si trascorreva in pizzeria e facevamo quella che abbiamo sempre chiamato “la pizza del giorno dopo” ossia “ a pizz o juorno aropp”
Una vecchia tradizione di famiglia che oggi voglio recuperare realizzando una pizza con basilico, piennolo giallo, provola di bufala, strolghino di culatello, olio extravergine d’oliva e all’uscita scarola riccia messa a crudo e cacioricotta. Insomma tutti gli ingredienti comprati in abbondanza il giorno precedente.
La pizza del giorno dopo era un modo per non sprecare il cibo, utilizzando tutto quello che restava delle scorpacciate dei giorni di festa. Un recupero che oggi è ancora più importante contro lo spreco della nostra epoca.