di Enzo Coccia
Diversi anni fa, ho cominciato a pensare ad un libro dedicato alla pizza fritta quando, durante una delle mie master class in una scuola di cucina, le persone che partecipavano mi chiedevano una infinità di informazioni. Le domande naturalmente erano di vario genere e riguardavano la storia, gli impasti, la cottura, la tecnica di manipolazione e altro ancora.
Tuttavia, per quanto il progetto mi apparve immediatamente interessante, tralasciai la cosa perché nel frattempo cominciai a dedicarmi alla scrittura del libro scientifico sulla pizza napoletanainsieme al Prof. Paolo Masi, allora Preside della Facoltà di Agraria della Federico II di Napoli a Portici, e alla Dott.ssa Annalisa Romano, direttrice del Centro Ricerca Caisial della stessa Facoltà.
Abbiamo impiegato due anni per portare a termine quel progetto scientifico di grande importanza e le cose, come spesso accade, si susseguono molto velocemente. Ricordo che non riuscii nemmeno a completare le varie presentazioni del libro che, nel 2015, mi tuffai letteralmente nella nascita e nella gestione del mio terzo locale ‘O Sfizio d’a Notizia, un format focalizzato sulla degustazione di pizze fritte e ‘mpustarelle (tipica colazione povera napoletana) abbinate alle bollicine.
Finalmente lo scorso anno mi sono deciso, fermamente e seriamente, a riprendere quel mio proposito e a cominciare così a scrivere un libro sulla pizza fritta. Insieme all’editore Guido Tommasi decidemmo di dare un taglio comprensibile ad una platea variegata di persone (massaie, impiegati/e e addetti ai lavori).
Pizza Fritta, nome semplice ma diretto, è un testo che raccoglie cenni sulla storia del fritto, l’origine e la localizzazione della pizza nella città di Napoli, la preparazione dell’impasto, la temperatura dell’olio, la farcitura della pizza con ben 30 ricette e anche gli errori da non commettere. Finalmente è nato e ora sono impegnato in una serie di presentazioni in giro per l’Italia. Ai posteri l’ardua sentenza.
Nel frattempo aspettiamo che crescano le richieste del libro, o meglio che cresca l’impasto e…friggiamo!