di Enzo Coccia
Nella casa di un vero napoletano Pasqua vuol dire una cosa: casatiello.
Non c’è mamma, moglie o nonna che non si dedichi alla preparazione del simbolo della gastronomia napoletana del periodo pasquale. Cinquecento anni di storia culinaria che si rinnovano puntualmente per un avvenimento unico e imperdibile.
Come ogni buon napoletano, anche io sono legato al casatiello. Nella mente c’è l’immagine di mia madre che lo avvolgeva nella carta gialla del pane e lo conservava per il giorno successivo, il lunedì di pasquetta. Nei ricordi da ragazzo il casatiello era la nostra ancora di salvezza dalla fame durante la classica gita fuoriporta. Che bei ricordi: una giornata spensierata con gli amici che generalmente si trascorreva a Ischia, alla Reggia di Caserta oppure a Montevergine.
Mi mancano quei giorni beati, le lunghe attese al porto per imbarcarsi per Ischia sul traghetto stracolmo oppure gli autobus pieni di tanti ragazzi che come me andavano a divertirsi. Avevamo tutti la nostra borsa a tracolla carica di casatiello, salumi, tutto l’occorrente per un perfetto picnic e tanta allegria.
Mi sono perso tra questi ricordi e con un sorriso è nata una nuova idea. Quest’anno infatti per Pasqua ho deciso di preparare un casatiello a modo mio, senza lievito fresco. Con i miei amici del Panifico Malafronte abbiamo studiato la ricetta: un insieme di lievito madre e biga per una lievitazione di 48 ore, non arrotoliamo l’impasto come prevede la tecnica napoletana e, agli ingredienti classici, aggiungiamo il pomodoro San Marzano essiccato. Nasce così il pizzatiello che lascia un segno della pizza napoletana nel casatiello tradizionale. Infondo siamo un pizzaiolo e dei panettieri che vivono questa Pasqua divertendosi ancora.
Buona Pasqua a tutti!