di Lina Malafronte
Dal Vomero al lungomare di Mergellina, da piazza Plebiscito al porto, passando per piazza Garibaldi e il centro storico, non c’è angolo, piazza o via di Napoli senza una bottega con al suo interno una nutrita schiera di pizzajuoli. E allora verrebbe da chiedersi che motivo c’era di inventare anche un robot pizzaiolo?
No, non è fantascienza e RoDyMan sarà il suo nome. Dalla stesura del disco di pizza alla sua farcitura fino alla cottura con tanto di rotazione: capace di fare tutto ciò che un pizzaiolo in carne ed ossa fa, come un essere umano sarà dotato di una testa, un corpo, due braccia e due mani. Non avrà gambe ma una piattaforma su ruote. Napoletano verace come suo “padre”, il professore Bruno Siciliano, esperto di robotica e a capo del laboratorio di Robotica noto in tutto il mondo “Prisma Lab”, RoDyMan, acronimo di Robotic Dynamic Manipulation, il suo stesso nome ce lo suggerisce, è parte di un progetto più ampio sulla manipolazione di materia in movimento. Dunque, non un robot pizzaiolo tout court. Lo scopo del gruppo di ricercatori dell’Università Federico II di Napoli diretto dal professore sarà quello di realizzare un androide dotato di una grande capacità di mobilità in grado di svolgere le più disparate attività umane, sino ad arrivare al campo medico-chirurgico.
E perché proprio la pizza? Niente di più dinamico e complesso. Movimenti veloci e precisi di un elemento a dir poco elastico e mutevole, la perfezione messa in moto. Una vera e propria arte e una vera e propria coreografia. “Fare una pizza non è affatto uno scherzo e noi napoletani lo sappiamo benissimo”, commenta, scherzando, il professore che ha scelto Enzo Coccia come “modello” nella dimostrazione di quella manualità. Indossando una tuta biocinetica ricoperta di sensori in grado di catturare ogni suo movimento, il maestro insegnerà all’abile apprendista la gestualità tipica della professione.
Forse non avrà una bella presenza, ma sarà sicuramente il pizzaiolo perfetto: non si lamenterà mai, non si stancherà mai, non si ammalerà mai e non chiederà mai di andare in ferie, eppure non potrà dire se la sua pizza ha un buon sapore o un buon profumo.
La degustazione è rimandata al 2018.