di Lina Malafronte
Ci siamo. È arrivato il momento di iniziare a contare i giorni che mancano al Natale. Le strade hanno già cominciato ad animarsi creando uno spettacolo di luci, colori e suoni che magicamente ci conduce alla ricorrenza più emozionante dell’anno.
Ovunque alberi più o meno alti e più o meno abbelliti diventano lo sfondo perfetto di centinaia di selfie, mentre le folte barbe bianche, sotto cui si sente echeggiare il caloroso Oh oh oh! che tutti conosciamo, magnetizzano gli occhi e i sorrisi innocenti di tanti bambini.
I meglio organizzati si staranno divertendo ad aprire le finestrelle e tirar fuori quello che si nasconde nei loro calendari dell’Avvento, i più ansiosi hanno, da un bel po’, collezionato pacchi, pacchetti e pacchettini da regalare ad amici e parenti, i coraggiosi, alias i soliti ritardatari, invece, si ridurranno all’ultimo minuto, tra corse frenetiche e stress alle stelle, per orchestrare, nel migliore dei modi, le festività.
Per non dover affrontare l’agitazione che accompagna il conto alla rovescia, preparato per tempo, così da respirare a pieni polmoni l’atmosfera gioiosa del periodo che ci conduce al 25 dicembre, quest’anno, Enzo Coccia ha deciso di offrire ai suoi ospiti un dono assai singolare per Natale.
Rimanendo in tema di food&beverage, dopo la “razione N” e la Christmas beer brassata da Menabrea per i festeggiamenti del 2014, è scattata l’ora del colafritto.
Niente da mangiare né da bere, dunque, ma un accessorio che preannuncia una piccola parte di quello che bolle in pentola, anzi direi di quello che friggerà nel suo nuovo locale.
Vero e proprio simbolo della cucina partenopea, caratterizzata com’è da una quantità sterminata di ricette che prevedono l’olio bollente, a’ vacant, come noi napoletani lo chiamiamo, è un contenitore concavo, appunto vuoto – è questo il significato del suo nome in dialetto – che, se capovolto, per la forma ricorda il cappello del prete “Saturno”. Realizzato in alluminio, è coperto da una sorta di tappo bucherellato per scolare l’olio in eccesso dai cibi dorati, come sicuramente ricorderete di aver visto fare al gelosissimo Rosario che vi adagiava le pizze fritte preparate dalla curvy Sofia.
E dato che a Napoli si è da sempre sfrigolato praticamente di tutto quasi ventiquattro ore su ventiquattro, persino i fiori di sambuco e le cimette di rosmarino, scriveva Vincenzo Corrado, i rametti teneri di salvia e il prezzemolo, questa è una di quelle cose che dovete assolutamente avere.
Se per Brillat-Savarin il segreto della frittura è la sorpresa, anche voi non mancherete di essere sorpresi perché, altro che vacante, vi attenderà una dolce manciata di minuti al croccantino.
A tutti gli amici e le amiche gli auguri più sinceri per Natale da parte di Enzo Coccia e di tutto lo staff de La Notizia!