di Lina Malafronte
Un cono di luce si è acceso sull’Italia e sul suo patrimonio culinario nell’appuntamento del 2014 di Gastronomika, la più esclusiva manifestazione internazionale dedicata all’haute cuisine.
Un tripudio di italianità è approdato a San Sebastian, nella Spagna del nord, ai confini dei Pirenei, che da oltre quindici anni riunisce il meglio della scena gastronomica nazionale e internazionale, come lo Mejor de la Gastronomía esigeva.
E si, perché il paese ospite d’onore a “quello che molti considerano il miglior convegno di cucina del mondo”, come ha dichiarato la sua direttrice, Roser Torras, quest’anno è stata, appunto, la nostra bella Italia. La città basca, famosa per avere il maggior numero di stelle Michelin pro capite, si è tinta di verde, bianco e rosso e, scandendo a più riprese lo slogan “Italia: Norte versus Sur”, che ha accompagnato la kermesse, ha visto, dal 5 all’8 ottobre, 24 cuochi italiani alternarsi sul palco e inondare con i sapori e i profumi dello stivale la sala del Palacio Kursaal, i due ipermoderni cubi di cristallo traslucidi, opera di Rafael Moneo, protesi verso il mare.
Una grande parata di star, 30 per la guida rossa, da Massimo Bottura a Carlo Cracco, da Gennaro Esposito ad Andrea Berton, e poi Davide Scabin, Niko Romito e Moreno Cedroni, per fare solo qualche nome, ha presentato, nelle quattro giornate di esibizioni, laboratori, degustazioni, le tante cucine regionali e i prodotti che arricchiscono il nostro tricolore. Non una cucina, dunque, quella italiana, che è senza dubbio la più ricercata e copiata al mondo, è un grande puzzle di cucine, proprio come il Paese che fino a qualche secolo fa era una collezione di ducati, regni e repubbliche con tutte le singolarità gastronomiche che uno scenario così frazionato implica.
Anche la pizza non sfugge alle diversità e così troviamo pizze a metro, rotonde, che si piegano in quattro (a portafoglio, come si dice a Napoli) sia al forno che fritte. A rappresentare tali varietà Enzo Piccirillo, massimo esponente della pizza fritta, Raimondo Cinque, per la pizza a metro ed Enzo Coccia, maestro di creatività che, per l’occasione, ha sfornato la Pizza San Sebastian. Nel discorso che ha preceduto la presentazione della sua nuova creazione, rivisitazione della sua S. Lucia (pomodorini del piennolo, aglio fresco, prezzemolo, olive e origano) con l’aggiunta di acciughe del Cantabrico, chiaro omaggio alla capitale spagnola del cibo, Enzo ha sottolineato come la pizza napoletana sia GASTRONOMIKA, cioè identità e ambiente, prodotti, rispetto della tradizione, dei clienti e dell’etica professionale. Peccato l’aver notato, che a differenza di noi, gli spagnoli sanno fare squadra, forse sarebbe il caso che aprissimo gli occhi e ci adeguassimo, quale miglior momento se non l’EXPO 2015?