di Lina Malafronte
10 scatti in bianco e nero si susseguono tra le centenarie carte della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli nella mostra fotografica di Gilda Valenza in esposizione dal 7 dicembre fino all’Epifania.
“La menzogna sta nelle cose non fotografate” è il titolo, quanto mai significativo, adottato dalla fotoreporter napoletana per raccontare il percorso di ri-formazione di nove detenute del carcere femminile di Pozzuoli.
Anche quest’anno la pizza è stata scelta come strumento di riscatto sociale per le ospiti del Penitenziario nel progetto promosso dalla direttrice, Stella Scialpi, e coordinato dall’Area Educativa dell’Istituto. E anche quest’anno il maestro Enzo Coccia ha trasmesso a quelle donne i segreti e le tecniche della pizza classica napoletana. Dalla preparazione dell’impasto alla formazione delle soffici pagnotte, dalla stesura del disco di pasta, fino alla sua cottura: nulla è sfuggito alla magia della luce.
Niente pose né effetti, come schegge di realtà, quelle immagini restituiscono la forte determinazione e la voglia delle recluse di rinascere con la comprensione che un’altra vita è possibile. Tra sorrisi, sguardi attenti e mani operose, l’obiettivo della macchina daguerriana si è mosso per mostrare la complicità e la cooperazione che la pizza ha saputo realizzare in un luogo che nega qualunque cosa, anche la più scontata, della vita quotidiana. “Queste foto stabiliscono un gioco delle parti di chi è dentro e di chi è fuori”, ha dichiarato la fotografa in occasione della giornata inaugurale, “e annullano le distanze”. Chi è fuori non avverte che le apprendiste pizzaiole vivono dietro le sbarre, chi è dentro dimostra di impegnare tutte le sue forze per tornare ad ammirare il cielo sereno e le strade illuminate dal sole.
All’apertura della mostra, in rappresentanza delle compagne, grazie ad un permesso speciale, Giuseppina ha affiancato Enzo Coccia e lo staff de La Notizia nel preparare pizze fritte per i presenti, dando così prova delle competenze acquisite.